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Channel: ALBOPRESS - Rassegna Stampa by ALBOSCUOLE
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VISITA GUIDATA ALL’UFFICIO POSTALE DI PALENA

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Martedì 20 novembre noi alunni di classe quinta, accompagnati dalle nostre maestre, ci siamo recati presso l’ufficio postale di Palena che si trova alla fine di Corso Umberto I. Appena siamo arrivati ci ha accolto la signora Fernanda che è la responsabile di quest’ufficio; le abbiamo consegnato una bandiera italiana ringraziandola per il lavoro che svolge ogni giorno. Siccome c’erano delle persone, abbiamo assistito a delle operazioni postali: pagamento di bollettini relativi a rinnovo patente, pagamento di una bolletta e ricarica postepay. Noi abbiamo spedito una lettera, quattro cartoline; la maestra ha pagato l’abbonamento ad un giornale della scuola con un bollettino prestampato. La signora Fernanda ci ha spiegato che sulle cartoline e sulle lettere, che vanno in Italia, si può applicare il francobollo da un euro e dieci centesimi oppure un talloncino adesivo. Ci ha detto che tutte le operazioni vengono fatte al computer per essere controllate; in passato tutto era scritto a mano su un registro. Ci ha riferito che i servizi di un ufficio postale sono tanti: spedizione di pacchi, raccomandate, pagamento di bollettini, bollo auto, ricariche, deposito di soldi in libretti postali. Poi siamo andati nella stanza dell’ufficio dove ci sono degli armadi con i documenti e la parte interna del bancoposta dove si mettono i soldi che le persone possono prelevare dall’esterno. Alla fine della visita la signora Fernanda ci ha regalato una ricarica per il cellulare e del materiale per la classe. Quest’esperienza ci è piaciuta molto perché abbiamo imparato delle “cose pratiche” che ci serviranno nella vita quotidiana.

Come è nato l’uomo

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Sulla Terra tanto tanto tempo fa vi erano già case, paesi, città, foreste e animali. Due dei, Terreno, creatore della Terra e, Cieletto, creatore dello spazio e del cielo, erano fieri della loro opera. Un giorno Terreno disse: “E’ bello il nostro lavoro! Solo che manca una cosa…l’Uomo!” Due animali, uno scoiattolo e un bisonte, udite queste parole, portarono argilla, foglie e tessuto. I due con l’argilla costruirono il corpo. Con le foglie, Terreno, con i suoi poteri creò l’anima, il cervello e le ossa. Poi con il tessuto creò i vestiti. Per i capelli, entrambi gli dei, usarono dei fili, li pettinarono e così diventarono dei veri capelli. “Ecco! L’Uomo è pronto!” Esclamò Terreno. Poi, rivolto all’Uomo, disse: “Ora puoi andare nel tuo habitat” I due dei furono felici, così nel loro regno si festeggiò…la nascita dell’Uomo. Classe terza Scuola primaria di Fara San Martino

LEGGENDE

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La nascita dei laghi e dei fiumi All’inizio dei tempi non c’erano né laghi né fiumi. Una dea aveva il potere di far apparire tutto, tutto tranne l’acqua. Il suo migliore amico era un indiano. L’indiano si chiamava Sormione e aveva una figlia. La figlia durante una battaglia morì e Sormione si mise a piangere. Sormione andò dalla dea e la pregò di far apparire dell’acqua azzurra come gli occhi e i capelli di sua figlia, ma la dea, dispiaciuta gli disse: “Io posso far apparire tutto, tranne l’acqua” L’indiano pensò che la dea potesse far apparire sua figlia ma la dea rispose di no. Sormione tornò a piangere e a piangere ancora e le sue lacrime si sparsero per tutta la Terra e nacquero così i laghi ed i fiumi. D’Eramo Giulia Classe terza Scuola Primaria di Fara San Martino La nascita del mare Tanti tanti anni fa esistevano una Balena ed uno Squalo. Un giorno, lo Squalo e la Balena decisero di andare al bar “Delfino Blu” Arrivati, ordinarono due bibite al sapore di mora blu. Dopo aver ordinato il primo, il secondo, il terzo, il quarto, il quinto, il sesto bicchiere e ancora e ancora, la Balena e lo Squalo furono fuori dal bar e a quel punto uscì dalla loro bocca tutto il succo! Questo si distese sulla Terra. Allora lo Squalo esclamò: “Mi sa che non dovevamo bere tutto quel succo!” “Hai ragione!” disse la Balena. Poi la Balena disse: “E adesso come faremo per pulire!?” “Non ti preoccupare! Lo chiameremo “Mare”! E sarà usato dalle persone per sempre!” Marrone Emma Classe terza Scuola Primaria di Fara San Martino

La nascita del fiume Verde

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Quando la Terra era stata già creata e anche i paesi e le città, a Fara San Martino mancava una cosa: un fiume. Un giorno, una dea, che si chiamava Naiko, bellissima e potentissima, creatrice dei paesi e delle città, decise di dare a Fara San Martino un fiume. Per crearlo pensò… “E se provo a farlo di fango? ....Fammi riflettere…Sì… di fango!” La dea prese tutto il fango presente nel mondo e con un annaffiatoio enorme, lo gettò tutto nel fiume e aspettò due giorni. Passati questi, Naiko al risveglio andò a vedere il fiume, ma arrivata vicino ad esso disse: “ Oh no! Il fiume è duro, così non va per niente bene!” Allora decise di farlo di cenere. La dea prese tutta la cenere che c’era nel mondo e la mise dentro l’enorme annaffiatoio, la gettò nel fiume e aspettò di nuovo due giorni. Si recò così al fiume, ma appena si avvicinò, iniziò a starnutire…etciù, etciù, etciù… “No! Così non va…Adesso provo con l’acqua e vediamo cosa succede!” Allora prese un migliaio di litri d’acqua, gettò il tutto nel fiume e aspettò ancora due giorni. Di nuovo si recò al fiume e quando arrivò fu felice ed esclamò: “Quanto sono contenta! Finalmente sono riuscita a creare il fiume e ho deciso di metterci anche i pesci.” Prese allora un centinaio di pesci che buttò nell’acqua cristallina e limpida. “Adesso devo dare un nome a questo fiume…mmmh … credo di saperlo… Il fiume Verde!” E da quel giorno gli uomini poterono sia lavarsi con l’acqua del fiume che berla. Classe terza Scuola Primaria di Fara San Martino

Le ali d’oro

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Milioni di anni fa c’era un pastore povero, che non aveva nemmeno un soldino, ma era dotato di poteri nascosti. Un giorno suo figlio Tommaso vide in città un mercato dove tutto era gratis e disse: “Papà, papà c’è un mercato dove tutto è gratuito! Quando avrò preso la roba da mangiare tornerò” Quando tornò, vide delle ali che sembravano d’oro e disse al padre: “Papà, ma come hai fatto a costruire queste ali d’oro?” “Le ho costruite con la cera” Le fece indossare al figlio che volò tranquillo. A un certo punto, Tommaso sentì un signore che lo chiamava. “Tommaso!” Tommaso si avviò verso di lui e il signore continuò: “E’ vietato volare sopra la città e poi le ali abbagliano e accecano gli abitanti del paese! Voglio parlare con tuo padre!” Il padre fece togliere le ali a suo figlio e disse: “Figlio mio, volerai un’altra volta! Creerò la sera, quando il sole non ci sarà, nessuno si lamenterà” E fu così che nacque la sera e Tommaso potè volare tranquillo e sereno. Classe terza Scuola Primaria di Fara San Martino

IL GIGANTE DI NOME ROSARIO

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Tanto tempo fa in una regione ricoperta di verde con montagne, fiumi e valli viveva un gigante di nome Rosario. Viveva solo ormai da tanto tempo perché gli abitanti del suo villaggio si erano spostati in un’altra terra in cerca di cibo. La valle di Rosaio era ricoperta da una folta foresta di faggi, ma era abitata da pochi animali perché erano fuggiti per paura di essere cacciati. Rosario, però, era un gigante buono e altruista: aiutava tutti gli animali in difficoltà. Era molto alto e il suo corpo ricoperto da una folta pelliccia che cambiava colore in base alla stagione: rosso-marrone in inverno, giallo-verde in estate. Aveva una leggera camicia fatta di foglie che raccoglieva nel bosco. Ai piedi portava scarpe ricavate dalla corteccia. Non aveva armi e il suo sguardo era sempre gentile e sorridente. Viveva in grotta ricavata in una roccia e nascosta da un grande masso e da folti cespugli. Rosario aiutava tutti: volpi, orsi o cinghiali impigliati nelle trappole dei cacciatori, uccellini caduti dal nido, camosci inseguiti dalle aquile e cuccioli smarriti nei boschi della valle. Piano, piano, gli animali ritornarono a vivere nella valle del gigante, sapendo che erano protetti. In cambio, per riconoscenza, gli animali portavano piccoli doni: gli scoiattoli le nocciole, gli uccellini i semi, le api il miele, insomma, ognuno regalava quello che poteva. Un giorno una famiglia di camosci andò in esplorazione e si ritrovò proprio vicino alla grotta di Rosario. Il gigante uscì pensando che si fossero persi, visto che era inverno e che era scesa la prima neve. Rosario invitò la famiglia di camosci ad entrare nella sua casa-caverna, per riscaldarsi un po’. Rosario gli offrì anche un po’ di erbetta fresca che aveva raccolto qualche giorno prima che cadesse la prima neve. Alla fine della giornata Rosario invitò i camosci a restare con lui tutto l’inverno e poi a ripartire, se avessero voluto, in primavera quando il tempo sarebbe migliorato. I camosci, vista la generosità, accettarono e da allora non si spostarono più dalla valle di Rosario, anzi si riprodussero e diventarono tantissimi. La valle si ripopolò di tantissimi animali, ma vi tornarono a vivere anche gli uomini. Rosario vive ancora lì, ma mai nessuno lo ha visto, certo è che la sua valle venne chiamata “Val di Rose” proprio in suo onore. Classe quarta Scuola Primaria di Palena

Essere persone.....perbene!

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Oggi la nostra società è diventata molto violenta e non pochi sono gli episodi in cui emerge la mancanza di rispetto, di amore, di amicizia e di educazione verso gli altri. Ognuno di noi deve dare il proprio contributo affinché la Terra sia un posto migliore in cui tutti possano vivere in armonia, rispettando le regole civili. Essere educati, rispettare le regole, rispettare gli adulti, i professori, non prendere in giro i compagni, usare un linguaggio gentile, essere solidali nei confronti dei più bisognosi, sono qualità che caratterizzano le persone perbene. Si sa, nessuno è perfetto, nessuno può possedere tali caratteristiche, ma tutti con l'impegno possiamo diventare “persone perbene”. Dobbiamo imparare a farlo, a credere che si può essere migliori di quello che si è. Sicuramente cambiare se stessi costa fatica, sacrificio, ma non dobbiamo scoraggiarci, perché tutto è possibile con la perseveranza e la volontà di essere davvero diversi da chi usa la prepotenza, l'arroganza come fonte di vita. L'unica strada che dobbiamo seguire è questa, e di certo siamo sicuri di non sbagliare se vogliamo che le persone perbene non siano in via di estinzione.
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